Di Antonella Soldo
In Italia il fenomeno della coltivazione domestica di cannabis ha raggiunto dimensioni molto ampie. Lo scorso anno sono state sequestrate 532.176 piante di cannabis :quasi il doppio dell’anno prima (+94%). La Regione in cui ne sono state sequestrate di più è la Sicilia con 78.178 piante. Si stima che nel nostro paese le persone che coltivano in casa siano circa 100mila. Si tratta, ovviamente, di consumatori quotidiani che lo fanno per il proprio uso personale o che al massimo vendono o regalano l’eccedenza al “mercato sociale della cannabis”, ovvero amici e conoscenti.
Chi coltiva in casa in media produce 300-400 grammi all’anno. è interessante notare il profilo di chi coltiva: dei consumatori più integrati socialmente. E cioè più adulti, e con un più alto titolo di studio e tasso di occupazione.
I motivi che spingono le persone a coltivare da sé cannabis in casa sono sicuramente di natura economica – perché il prezzo di produzione di un grammo si aggira tra 1 e 3 euro (contro i 10 del mercato nero) – ma riguardano anche la qualità e il legalitarismo. Infatti, per quanto possa apparire paradossale le persone che autoproducono cannabis lo fanno anche per evitare di avere contatti con gli spacciatori, e dunque con la criminalità organizzata, e per evitare di finanziare economicamente le mafie.
Per tutte queste ragioni, e trattandosi di un fenomeno sempre più diffuso, gli esperti concordano sull’avere una maggiore tolleranza sulla coltivazione domestica. Al momento resta un reato (punibile con il carcere fino a 6 anni) ma spiragli paiono aprirsi: da ultimo un’importantissima sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che ha dichiarato non punibili le coltivazioni di piccole dimensioni.
Si accettano scommesse: quante saranno le piante coltivate in Italia quest’anno?