Dall’America chiedono la fine del proibizionismo per la ripresa economica

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Di Federica Valcauda

Anche negli Stati uniti si parla della legalizzazione della cannabis come opportunità economica in questa fase di pandemia globale.

Nella sola Los Angeles, ad esempio, il tasso di disoccupazione è cresciuto al 50%, e i disagi sociali saranno visibili qui come nel resto del mondo. Los Angeles possiede 155 dispensari di marijuana autorizzati dal “Dipartimento per la regolamentazione della Cannabis” che si occupa di rilasciare le licenze per la vendita al dettaglio. 

Nello stato di Los Angeles lo scorso anno sono state circa 250.000 le visite al pronto soccorso per dipendenza da alcol e ci sono stati circa 850 decessi correlati, senza contare gli incidenti stradali e la violenza – principalmente domestica – causati dall’alcol.

Al contrario, i morti per l’utilizzo di marijuana sono stabili allo zero. Il punto è che di fatto sembrerebbe che il proibizionismo in un qualche modo continui: la regolazione rispetto al rilascio delle poche licenze non permette di fatto una reale competizione, e la marijuana viene comunque trattata come una sostanza potenzialmente più pericolosa dell’alcol, nonostante i dati  dicano l’opposto. 

Vista quindi la grave crisi economica che si ripercuoterà in particolare sui luoghi di assembramento (bar, ristoranti, pub), potrebbe essere una soluzione quella di liberalizzare la possibilità di vendere marijuana, avendo così un’altra entrata per far fronte alla crisi.

A noi sembra un’ottima idea. Ah, se solo fossimo così avanti col dibattito anche in Italia!

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