Stop Codice della Strada + Police Light Bar

Il ritorno della contro-conferenza sulle droghe

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Dove eravamo rimasti?

Al “fare pace con le droghe e chi le usa”, secondo lo slogan coniato per promuovere la FuoriConferenza sulle droghe, organizzata da un network di associazioni della società civile in parallelo allo svolgimento della conferenza istituzionale.

Correva l’anno 2021, il governo Conte II aveva ceduto il passo all’esecutivo tecnico guidato da Draghi, un italiano vinceva per la prima volta la gara olimpica dei 100 metri e il referendum per una parziale regolamentazione della Cannabis raccoglieva oltre 500mila firme in una settimana.

A distanza di dodici anni, si tornava infine a parlare di droghe in ambito istituzionale, con la conferenza convocata a Genova da Fabiana Dadone, all’epoca ministra per le politiche giovanili e a capo del Dipartimento Politiche Antidroga, mentre la società civile si dava appuntamento nell’ambito della già citata FuoriConferenza, uno spazio alternativo di dialogo e confronto che in una delle sessioni vide la simbolica partecipazione della stessa ministra.
I lavori dell’esecutivo diedero a loro volta luogo all’elaborazione di un Piano di Azione Nazionale per le Dipendenze, conosciuto come PAND.
Non la più grande delle rivoluzioni culturali, ma ad ogni modo primi timidi passi di un futuribile percorso virtuoso.

Oggi, di quel piano non rimane traccia, e a presiedere la VII Conferenza sulle Droghe – prevista a Roma per il 7-8 Novembre 2025, troviamo Alfredo Mantovano, interprete di un pensiero che identifica la criminalizzazione come strategia sistematica, la formula droga zero come mantra e le azioni di riduzione del danno alla stregua di una politica di rinuncia.

Il cambio di scenario decretato dalle elezioni del 2022 si è del resto rivelato evidente.
Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, il primo provvedimento adottato dall’esecutivo, il decreto rave, ha sin da subito lasciato poco spazio ai dubbi su quale indirizzo avrebbero preso le politiche del governo Meloni.

Da qui al decreto Caivano – che in merito agli istituti penali per minorenni ha determinato una condizione di sovraffollamento che non veniva registrata da oltre un decennio, e al nuovo codice della strada – che ha di fatto reintrodotto la criminalizzazione del consumo in maniera surrettizia, il passo è stato breve.
Talmente breve da culminare infine nel dl sicurezza, spintosi a classificare come sostanza psicoattiva quelle infiorescenze di CBD che la scienza non riconosce come tale.

L’inasprimento legislativo portato avanti a colpi di decreto si è nel frattempo accompagnato alla marginalizzazione istituzionale del tema droghe.
Un esempio su tutti, le ultime due edizioni della Relazione al Parlamento sul fenomeno delle Tossicodipendenze, caratterizzate da esiguità delle informazioni divulgate e lacunosità dei dati presentati.
Per #IoColtivo, la norma che prevede obbligo di discussione delle proposte di legge di iniziativa popolare entro tre mesi non è mai stata osservata.

Con dodici mesi di ritardo rispetto alla scadenza triennale sancita per legge, la conferenza governativa ha allora optato per l’esclusione dal consesso istituzionale delle persone che usano sostanze illecite nonché di gran parte delle associazioni del terzo settore.

È stato così che diverse associazioni si sono nuovamente costituite nel comitato promotore di una contro-conferenza, organizzata a Roma tra 6 e 8 Novembre e intitolata Sulle Droghe Abbiamo un Piano, che faccia proprie le tematiche messe all’angolo da parte dell’esecutivo. 
Il programma verrà inaugurato da un’apertura internazionale, prevista per il 6 Novembre alla Città dell’Altra Economia dalle 18 alle 21.

Nel corso della seconda giornata, ospitata sempre alla Città dell’Altra Economia, verranno affrontati temi inerenti la riduzione del danno, la deistituzionalizzazione e le alternative al carcere per i consumatori di sostanze illecite, concludendo con una tavola rotonda in presenza di esponenti parlamentari.
Previsti inoltre nel pomeriggio uno spazio di confronto con i movimenti e le realtà del territorio, oltre che un’area informativa e di confronto aperta tutto il giorno, con offerta di drug checking e la simulazione di una stanza del consumo.

La sera, la controconferenza si sposterà invece al Cinema America, dove verrà realizzata una puntata live del podcast Illuminismo Psichedelico oltre che la proiezione di All the beauty and the bloodshed, film presentato nel corso della 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia che documenta la vita e la carriera di Nan Goldin, fotografa, attivista e protagonista della campagna in opposizione alla Purdue Pharma, principale imputata della crisi degli oppioidi negli Stati Uniti.

La chiusura avrà invece luogo in Campidoglio la mattina dell’8 Novembre, con un panel sulla regolamentazione della Cannabis e la conferenza stampa finale, oltre che un confronto aperto con le amministrazioni locali di ELIDE, la rete degli enti locali per una politica innovativa sulle droghe.
Nella stessa giornata, sempre a Roma, si terrà infine la Million Marijuana March.

La contro-conferenza metterà insieme esperienze e competenze di ricercatori, operatori del settore, persone che usano sostanze illecite e movimenti sociali, per un confronto incentrato sulla riduzione del danno e la deistituzionalizzazione, le alternative allo strumento penale, le proposte di legge, riservando un occhio di riguardo al contesto internazionale.
Tre giorni di confronto, per comprendere che direzione imprimere alle nostre istanze.
Non più fuori, ma contro.

Alla realizzazione della contro-conferenza hanno contribuito: A Buon Diritto, ARCI, Antigone, Associazione Luca Coscioni, CGIL, CNCA, Comunità di San Benedetto al Porto, Forum Droghe, Gruppo Abele, ItaNPUD, ITARDD, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, L’Isola di Arran, LILA, Meglio Legale e Tutela Pazienti Cannabis Medica

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