Di Leonardo Fiorentini
Lo stato del Colorado essendo stato pioniere della legalizzazione è la realtà su cui abbiamo più dati e rapporti rispetto alla regolamentazione legale della cannabis. Approvata con il referendum “Regulate Marijuana like Alcohol” del 2012, vinto con un buon scarto 55% a 45%, la regolamentazione legale è stata resa esecutiva nel 2014.
L’età minima per poter detenere e consumare è 21 anni, la quantità massima detenibile è 1 oncia (28 grammi) che come vedremo è più o meno lo standard anche per altri stati. Si possono coltivare fino a 6 piante, di cui solo 3 fiorite. La tassazione è suddivisa in un 15% di accisa, una tassa del 2,9% (applicata anche alla terapeutica) a cui si aggiungono la “Special Sales Tax on Retail Marijuana” del 10% e le eventuali tasse locali. Le vendite nel corso del 2016 hanno raggiunto i 1300 milioni di dollari, per una tassazione nazionale di 200 milioni. Si tratta di numeri in aumento del 30% sull’anno precedente.
Secondo la legge del Colorado le risorse raccolte saranno reinvestite non solo in programmi di prevenzione agli abusi e all’educazione alla salute, ma anche nell’edilizia scolastica con 40 milioni di dollari di investimenti garantiti all’anno. Da notare come anche gli enti locali siano beneficiati dalle risorse della legalizzazione.
Anche se impegnati nel sempre complicato compito della localizzazione dei dispensari, con le entrate derivanti dalle addizionali riescono a implementare servizi che altrimenti, visti i chiari di luna delle amministrazioni pubbliche (anche in USA), non potrebbero permettersi. Non significa solo riasfaltare strade e marciapiedi ma, come succede ad Aurora, finanziare le associazioni non profit, realizzare un centro giovanile e addirittura un centro diurno per senzatetto.
Secondo i dati ufficiali delle autorità del Colorado e federali, mentre è aumentato il consumo di cannabis fra gli adulti, e più precisamente dal 21 al 31% tra i 18-25 anni e dal 5 al 12% tra i maggiori di 26 anni di età, è diminuito quello tra gli adolescenti, dal 20,81% al 18,35%. Se da un lato il primo dato potremmo azzardarci a leggerlo anche (ma non solo) come un’emersione di consumo dovuto all’effetto della rimozione dello stigma, è certo che dall’altro risulta evidente come la legalizzazione della cannabis non ha provocato un aumento di consumo nelle fasce di popolazione più vulnerabili, anche rispetta ai possibili danni provocati dall’uso di cannabis in età adolescenziale.
Il sistema giudiziario e penale ne ha particolarmente giovato, con una diminuzione di quasi il 50% dei reati connessi alla marijuana, una diminuzione del 3% dei reati contro la proprietà e di oltre il 6% per quello che riguarda i crimini violenti. Questo significa che rimane comunque un mercato nero della cannabis che richiede un intervento repressivo, ma anche che la paventata criminalità dilagante grazie alla cannabis legale rimane solo un incubo nelle menti degli ideologi proibizionisti.