Cambiare le politiche repressive per una vera guerra al narcotraffico

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La criminalità organizzata continua a trovare nel traffico degli stupefacenti la sua principale fonte di finanziamento. È quanto emerge dalla relazione su “Stato e andamento del narcotraffico in Italia” della Direzione Antidroga del Ministero dell’Interno, pubblicata ieri. “Il narcotraffico – si legge – è il principale motore di tutte le attività illecite svolte dai grandi sodalizi criminali. I suoi utili non solo sono di gran lunga i più rilevanti fra quelli generati da qualsiasi altra attività umana, sia lecita che illecita, ma rappresentano anche il più agevole sistema di auto-finanziamento per consentire lo svolgimento di ulteriori attività criminali”. Il ruolo egemone della ‘ndrangheta calabrese si conferma e attesta l’organizzazione “tra i principali broker mondiali” nella commercializzazione della cocaina e nella gestione dei traffici di questa sostanza. 

Meglio legale – campagna per la legalizzazione della cannabis e la decriminalizzazione dell’uso di sostanze stupefacenti – sottolinea come in uno scenario del genere, con un paese ancor più esposto alle mire delle mafie a causa della crisi economica, occorre chiudere i i rubinetti di questo immenso flusso di denaro. Anche con provvedimenti lungimiranti come la legalizzazione della cannabis 

Da questa relazione apprendiamo che per la prima volta negli ultimi 10 anni calano i dati sui sequestri di cannabis: dalle 123 tonnellate del 2018, si è scesi a poco meno di 55 di quest’anno con un calo percentuale di oltre la metà (-55,66%). Ponendo uno stop alla repressione esclusiva nei confronti della cannabis, che fino all’anno scorso era riferibile al 96% delle operazioni di sequestro. Tuttavia, è da sottolineare come la repressione punti non ai grandi narcotrafficanti, ma ai piccoli spacciatori e ai minori: il numero dei responsabili del reato di spaccio (958 unità complessive, di cui 808 italiani e 150 stranieri) di tali derivati, si conferma decisamente elevato rispetto ad altre tipologie di sostanze. 

Dati che sono probabilmente in relazione con la miope operazione “Scuole Sicure” – che ha impegnato oltre 26mila agenti nelle scuole italiane, con una spesa di oltre 2,5 milioni di euro – che ha avuto l’effetto di criminalizzare gli studenti invece che responsabilizzarli. 

“Una vera guerra alla droga e al narcotraffico è possibile – dice Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale – ma tocca cambiare le politiche repressive e avere il coraggio di pronunciare la parola legalizzazione.”

Un passo in questa direzione permetterebbe di controllare veramente il fenomeno, garantendo il monitoraggio della filiera, un prodotto sicuro, un consumo informato, sistemi di distribuzione e vendita controllati e legali. Con la legalizzazione della cannabis si assesterebbe un colpo significativo agli interessi delle mafie e, al contempo, si potrebbero tutelare al meglio i diritti dei consumatori.

Scarica il documento completo della direzione antidroga. CLICCA QUI

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