Martedì 20 Dicembre siamo tornati a Montecitorio, con una conferenza stampa organizzata al fine di rilanciare e rinnovare l’appello al Parlamento per una definitiva regolamentazione del settore della Cannabis a fine industriale, a quasi sette anni da una legge che si è rivelata incompleta.
Come sottolineato nel corso dell’evento, una delle problematiche su cui è necessario intervenire con maggiore urgenza riguarda il decreto che ha inserito la Cannabis nella lista delle piante officinali, senza però autorizzare in maniera esplicita l’utilizzo delle infiorescenze della pianta.
Insieme a Meglio Legale e all’associazione Canapa Sativa Italia, una rappresentanza politica composta da vari esponenti delle forze di opposizione, dal Partito Democratico ad Azione, dal Movimento Cinque Stelle a +Europa. Gli interventi degli onorevoli Giulia Pastorella, Chiara Appendino, Riccardo Magi, Rachele Scarpa, Marco Furfaro, Davide Aiello ed Elly Schlein hanno confermato la trasversalità del tema e la necessità che esso venga preservato da derive ideologiche.
Quella stessa deriva ideologica che ha impedito che gli emendamenti da noi recentemente proposti in sede di legge di bilancio venissero ritenuti idonei: l’impulso alle imprese e al made in Italy, identificato dall’attuale Governo fin dal suo insediamento come fondamentale strategia economica, non è quindi un aspetto che secondo la maggioranza dovrebbe includere anche il settore della Cannabis. Il quale, per possibilità e risultati, dovrebbe invece venire considerato come una vera e propria eccellenza nazionale.
Il grave disinteresse dimostrato dalla politica nei confronti di questa istanza continua a compromettere il futuro di oltre 12.000 operatori, più di 3.000 esercizi commerciali e circa 1.200 aziende agricole, costretti ad affrontare criminalizzazione istituzionale e mediatica da una parte, nonché discrezionalità legislativa dall’altra.
Non bisogna dimenticare che la questione comprende inoltre rilevanti aspetti generazionali, dal momento che la quasi totalità di impiegati e operai ha un’età inferiore ai 35 anni, come ricordato a più riprese nel corso dell’incontro.
La conferenza stampa ha infine fornito l’occasione per la presentazione di un apposito report, disponibile anche online (Scaricalo qui).
Le istituzioni non hanno più scusanti: è il momento di dare prova di impegno tangibile per concretizzare quanto, lo sottolineiamo, dovrebbe essere ritenuto il minimo sindacale.
Per vedere la registrazione dell’evento: https://webtv.camera.it/evento/21489