Di Federica Valcauda
Mancava il passaggio alla Camera dei Deputati per rendere il Messico paese libero dal proibizionismo che attanaglia la pianta di Cannabis, i suoi derivati, e il suo utilizzo a scopo ricreativo. Il dibattito è durato più di quattro ore e ha coinvolto, per le rispettive competenze, anche la riforma della Legge sulla Sanità Generale e il Codice Penale Federale.
Nel mio articolo del 20 Novembre sul passaggio al Senato della legge, ricordavo come la svolta reale rispetto alla percezione della Cannabis e alla necessità di cambiare legislazione sia arrivata sotto l’impulso della Corte Suprema nel 2018, con l’affermazione: ‘la proibizione della Marijuana è a tutti gli effetti incostituzionale’.
Il Messico secondo i principali quotidiani, come il New York Times, ha le potenzialità di diventare uno dei più grandi mercati della Cannabis mondiali, vista la posizione strategica e l’ormai consolidata tradizione di coltivazione, prima illegale, da oggi legale. Sarà importante capire come e se, ma su questo sarà necessario un ulteriore approfondimento, si riuscirà realmente ad estromettere la criminalità organizzata dal mondo della coltivazione di Cannabis.
Ma se alcune cose potremmo scoprirle solo con il tempo e analisi postume, oggi sappiamo che sono 55 gli articoli della legge appena approvata:
è permessa la coltivazione personale, l’uso condiviso all’interno delle coltivazioni così come la commercializzazione e la sua produzione industriale, come in alcuni altri paesi non è possibile effettuare pubblicità sul prodotto.
Sono cinque le licenze stabilite per gli scopi industriali, ed è stato stabilito un limite di 28 grammi di vendita al giorno per la stessa persona. Per quanto riguarda le forme associative c’è un limite di semina a quattro piante di cannabis psicoattive per persona associata all’anno e la possibilità di piantare fino a sei pianta in casa propria.
Il nuovo mercato avrà bisogno di un monitoraggio e della gestione delle licenze, ma nel nuovo passaggio parlamentare si è deciso di non creare un nuovo ente del Ministero della Salute, ma si darà l’autorità ad un organismo esistente che, se non ci saranno cambiamenti, sarà la Commissione nazionale contro le dipendenze.
Come segnalavo qualche mese fa, la legge così come è stata approvata risulta essere criticata dagli attivisti di primo pelo, a causa dell’impostazione meramente economica della modifica, che secondo loro non tiene conto dei diritti umani. Vedremo se saranno smentiti, o la realtà sarà positiva per chi si aspetta uno stop ai crimini umani paralleli che si verificano a causa delle lotte di potere tra i cartelli narcos.
Le preoccupazioni in seno ad un gruppo di avvocati e attivisti restano due, che seguiremo per comprendere meglio l’evoluzione:
i limiti imposti ai consumatori rischiano comunque di attivare la legge penale, e i livelli di corruzione del Messico fanno preoccupare le categorie che difendono i consumatori. Dall’altra parte ci dovrà essere un controllo sulle modalità con cui si intende dare la precedenza per le licenze alle comunità emarginate, in modo tale da far fiorire il mercato locale e renderlo così potenzialmente competitivo.
Un piccolo passo per il Messico, un segnale che ci dice di continuare a combattere per vedere legalizzata la Cannabis anche in Italia.