di Federica Valcauda
La riduzione del danno e la cura delle persone tossicodipendenti sotto l’emergenza coronavirus sono diventate questioni ancor più drammatiche da fronteggiare, proprio per le difficoltà maggiori di offrire i servizi di cura. Su questo richiama l’attenzione l’Osservatorio Europeo sulle Droghe e sulle Tossicodipendenze (EMCDDA), che nei giorni scorsi ha pubblicato un documento sui rischi aggiuntivi del Covid-19 sui consumatori problematici di stupefacenti.
Le condizioni mediche croniche
L’Osservatorio evidenzia quali sono le problematiche maggiori tra i tossicodipendenti: i rischi polmonari e l’asma sono alti tra le persone che fumano eroina o crack. Ci sono poi delle complicazioni cardiovascolari tra i pazienti che si iniettano droghe e le persone che usano cocaina, mentre le metanfetamine restringono i vasi sanguigni, contribuendo al danno polmonare. Quelli che si iniettano droghe, poi, hanno una probabilità più alta di avere un sistema immunitario indebolito. Anche il consumo di tabacco, molto diffuso tra i tossicodipendenti, è un fattore negativo.
Rischi
I rischi rilevati dall’Osservatorio sono molteplici: c’è un rischio del sovradosaggio per i consumatori di oppiacei, che solitamente vengono trattati con il naloxone, che ora non è noto se risulti efficace o meno anche in presenza di Covid-19.
Un altro punto riguarda la condivisione degli strumenti usati per il consumo di droga, che aumenta notevolmente il rischio di infezione, vista anche la capacità del virus di poter vivere per un lungo periodo sugli oggetti. La condivisione quindi sigarette, dispositivi di vaporizzazione o inalazione è da evitare. Di particolare importanza sono i centri di trattamento dei pazienti, dove il distanziamento sociale può essere più difficile poiché la maggior parte delle strutture ha un imprinting comunitario. Da questo punto di vista è necessaria l’introduzione di forme di distanziamento e igienizzazione degli ambienti che sia congrua, soprattutto in presenza di pazienti a rischio. E ancora, il report tocca da vicino la questione carcere, al cui interno la trasmissione delle infezioni è più facile e l’alta percentuale di tossicodipendenti rappresenta inevitabilmente un rischio maggiore.
Garantire i servizi
L’Osservatorio rileva l’importanza della continuità dei servizi e delle cure per i tossicodipendenti, cercando delle alternative valide e funzionali a questa situazione di emergenza. Va scongiurato, infatti, il rischio di carenza della terapia sostitutiva con oppiodi, così come va garantito l’accesso alle attrezzature pulite per l’utilizzo delle droghe, facendo attenzione anche alle persone in isolamento o quarantena che hanno delle difficoltà a reperire i farmaci necessari. L’informazione dei corretti comportamenti e i protocolli devono essere rivisti, così da dare a tutti la possibilità non solo di continuare a usufruire di un servizio essenziale, ma anche di farlo nelle più congrue condizioni di sicurezza.