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World Drug Report 2025: uno sguardo globale alle dinamiche del narcotraffico

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Cosa avviene nel mondo in materia di droghe illecite?

Il World Drug Report è la pubblicazione annuale dell’Ufficio ONU per le Droghe e il Crimine (UNODC) che fornisce una panoramica della situazione globale in materia di droghe illegali, delineando tendenze, sviluppi, impatti giudiziari e sanitari, nonché approfondendo particolari temi di interesse.
L’edizione del 2025 conferma le caratteristiche di un mercato fluido e resiliente ai cambiamenti indotti da fattori come la digitalizzazione e le operazioni antidroga, e in grado di sopperire a difficoltà come il reperimento dei precursori chimici.
Il volume dei consumi assume caratteristiche e ampiezza eterogenee a seconda dell’area geografica. 
Inoltre, il quadro è ulteriormente complicato dalla più generale questione dell’adulterazione dei prodotti commerciali all’interno del mercato nero.
A esclusione di rari casi, i dati presentati dall’UNODC sono riferiti all’anno 2023.

Le prime statistiche riguardano stime di consumi e operazioni di polizia.
Nel corso del 2023, si attesta una cifra di 316 milioni di consumatori di sostanze illecite, pari a un aumento percentuale del 28% nell’ultimo decennio.
La Cannabis continua a rappresentare per distacco la sostanza maggiormente utilizzata, con 244 milioni di consumatori a livello globale. 
Seguono oppioidi, anfetamine e metanfetamine, cocaina ed ecstasy.

Sebbene la via iniettiva abbia nel tempo ceduto il passo a differenti modelli di consumo, ben 14 milioni di persone ne fanno attualmente ricorso: aspetto che, in concomitanza con l’insufficiente offerta di servizi di riduzione del danno, determina una condizione patologica di epatite C per 7 milioni di persone, con oltre un milione e mezzo alle prese invece con l’HIV.
Nel 2023, i decessi droga-correlati sono stati stimati in oltre mezzo milione.

In generale, le persone alle prese con utilizzo problematico sfiorano i 64 milioni. Anche in questo caso, negli ultimi dieci anni si osserva un innalzamento percentuale, pari al 13%.
I consumatori problematici sono in prevalenza uomini (1 su 7), statistica che si abbassa sensibilmente nel caso delle donne (1 su 18). 
In tale quadro, circa l’8% dei consumatori intraprende un percorso di trattamento sanitario, numero che nel caso degli under 25 si mostra assai variabile, con un’oscillazione che va dal 50% rilevato in Sud America al 4% riscontrato in Asia Centrale.

Riferendosi invece all’analisi dei mercati, la cocaina si impone come il business connotato dall’ascesa più rapida e costante in assoluto: le 2.275 tonnellate sequestrate nel corso del 2023, dato più alto mai registrato storicamente, ne rappresentano una conferma, al pari della cifra record di oltre 3.700 tonnellate di produzione illegale.
I sequestri di cocaina nei mercati storici di America, Europa e Oceania sono aumentati del 12% nel 2023, arrivando a costituire il 98% del totale mondiale.

Dalle rilevazioni emergono inoltre chiare indicazioni di come l’offerta di cocaina sia aumentata in modo significativo in aree in cui la domanda era precedentemente limitata, come in Africa o in Asia.
Come evidenziato nel report, in alcune parti del mondo, come l’America Latina, i profitti generati dal traffico di cocaina raggiungono livelli paragonabili a quelli del valore delle esportazioni agricole nazionali, infiltrando interi settori economici e manipolando investimenti finanziari e fondi pubblici.

Anche il traffico di oppioidi si conferma come un mercato alquanto remunerativo, in particolare sulla tratta definita rotta balcanica
Si tratta, va ricordato, di un contesto fortemente condizionato dal divieto di produzione imposto dal regime talebano in Afghanistan, che a partire dal 2022 ha comportato una riduzione del 68% della superficie globale dedicata alla coltivazione di papavero da oppio e del 72% della produzione globale di oppio tra 2022 e 2024.

Oltre che in Afghanistan, anche in Myanmar la superficie coltivata a papavero da oppio si è ridotta del 4% dal 2023 al 2024, con un calo della produzione pari all’8%.
Se, da una parte, i sequestri di eroina a livello globale sono scesi quasi al 50% rispetto al 2021, dall’altra si assiste invece a tendenze emergenti come l’introduzione nel mercato di oppioidi sintetici alternativi e il passaggio di intere fasce di consumatori ad altre tipologie di oppioidi – è il caso del fentanyl. 

Come è possibile desumere dagli esempi di Afghanistan e Myanmar, il contesto geopolitico assume un ruolo di primo piano in relazione alle dinamiche del narcotraffico: in merito a ciò, nel World Drug Report vengono citati su tutti il vertiginoso aumento della produzione di captagon nella Siria guidata da Assad e lo smantellamento della rotta della cocaina in Ucraina, velocemente rimpiazzata dell’espansione del traffico di droghe sintetiche.
D’altro canto, è il narcotraffico stesso a generare situazioni di violenza e conflitti, come avvenuto in Ecuador, dove il tasso di omicidi è aumentato da 7,8 ogni 100.000 abitanti nel 2020 a 45,7 ogni 100.000 abitanti nel 2023.

I partenariati criminali operano secondo strategie e alleanze decisamente differenti a seconda di area e contesto geografico. Un trend uniforme ha invece a che fare con l’aumento dei quantitativi prodotti da parte dei cartelli, aspetto che, in maniera indiretta, ha contribuito a innalzare le percentuali di purezza delle sostanze. 

Come è possibile leggere nel documento, “il traffico di droga è sempre più centrale nei modelli di business dei cartelli del narcotraffico”, attestandosi come la principale fonte di reddito per oltre un terzo dei gruppi criminali nella sola Unione Europea – statistica che, in Australia e Giappone, si avvicina all’80%. 
Nel 2021, si è stimato che nell’Unione Europea i mercati al dettaglio delle droghe illecite abbiano generato circa 31 miliardi di euro di vendite, equivalenti allo 0,3% del PIL complessivo della regione.

L’innalzamento dei livelli di produzione e l‘apertura di nuove frontiere commerciali si riflettono nei numeri delle operazioni di polizia, che nel 2023 hanno portato a sequestrare:

  • 2.275 tonnellate di cocaina
  • 1.236 tonnellate di resina di Cannabis e 5.749 tonnellate di infiorescenze 
  • 15 tonnellate di morfina 
  • 57 tonnellate di eroina
  • 268 tonnellate di farmaci oppioidi e 471 tonnellate di oppio
  • 19 tonnellate di ecstasy
  • 591 tonnellate tra anfetamine e metanfetamine 

Tale criminalizzazione determina ingenti ricadute sul sistema penale, il quale sembra però continuare a indirizzare la propria azione in direzione dei consumatori.
Su 6,1 milioni di persone denunciate per reati droga-correlati, il possesso/consumo è stato sanzionato nel 66% dei casi.
In tema di procedimenti penali, risultano indagate per possesso/uso oltre 1,5 milione di persone su un totale di 2,6 milioni.
Per quanto riguarda infine le condanne, infine, il 60% del milione e mezzo di persone giudicate colpevoli sconta una condanna per possesso/uso.

In tema di accesso ai servizi, i dati restituiscono una situazione connotata da carenze, discriminazioni e cattiva gestione delle risorse.
Nonostante il rafforzamento di prevenzione e trattamento compaia tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile redatti dall’UNODC, la stragrande maggioranza delle persone alle prese con utilizzo problematico di sostanze illecite continua a non avere accesso, o ad avere un accesso comunque molto limitato, ai servizi di trattamento e di riduzione del danno. 

Nel documento gli interventi terapeutici evidence based vengano definiti come economicamente vantaggiosi, tendenti alla limitazione dell’uso di droghe e convenienti per salute pubblica, funzionamento sociale e produttività. Eppure, nel 2023, solo un consumatore problematico su dodici ha potuto usufruire di una qualche forma di trattamento sanitario.

La percentuale scende ulteriormente in considerazione della sola popolazione femminile, con una donna su 18 messa nelle condizioni di intraprendere un percorso terapeutico: le prove hanno dimostrato che le donne continuano ad affrontare ulteriori ostacoli all’accesso al trattamento a causa di una maggiore stigmatizzazione, dei ruoli e delle aspettative sociali e della mancanza di strutture di trattamento adeguate al genere – ad esempio, assistenza all’infanzia.

La copertura del trattamento dei disturbi da uso di droghe varia sensibilmente a seconda della regione geografica, con una forbice percentuale che va da poco più del 3% in Africa a oltre il 27% in Europa.
Alcuni servizi vengono in aggiunta resi disponibili solo in determinate località o contesti urbani, secondo una dislocazione territoriale che sfavorisce le comunità rurali, più difficili da intercettare.

Secondo l’OMS, circa il 15% dei paesi con programmi psicosociali offrono percorsi gestiti da poche istituzioni nazionali o collegati a programmi di ricerca, risultando di fatto in gran parte non disponibili. 
Altri ostacoli all’accesso ai servizi di trattamento includono l’alto costo dell’intervento per i pazienti, la mancanza di finanziamenti o risorse umane, la formazione non ottimale del personale di cura o la mancanza di competenze specifiche, così come la mancanza di servizi specifici, l’assenza di farmaci approvati per il trattamento della dipendenza, non da ultimo la stigmatizzazione da pazienti e consumatori.

Il documento dell’UNODC è infine corredato da un’appendice grafica interattiva tramite cui consultare pattern e tendenze su scala globale, nonché da una serie di approfondimenti, come la presentazione dei dati disaggregata per fasce di età e genere di appartenenza e, in particolare, un focus circa l’impatto del mercato nero in termini ambientali, a cui si rimanda per una disamina più approfondita.

In sede di presentazione del World Drug Report, l’ex direttrice UNODC Ghada Waly ha dichiarato: “Questa edizione mostra che i gruppi organizzati di narcotrafficanti continuano ad adattarsi, a sfruttare le crisi globali e a prendere di mira le popolazioni vulnerabili”.
Monito che, unito alla mole e all’eterogeneità delle informazioni incluse nel report, rilancia l’urgenza di una gestione legale di un fenomeno sociale dalle caratteristiche quanto mai multiformi.

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