Propaganda e disinformazione: la cannabis nel Brasile di Bolsonaro

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“Non vogliamo che si apra la porta alla schiavitù e alla manipolazione in nome della libertà”. Così recita l’introduzione del documento “informativo” pubblicato dal governo brasiliano che metterebbe in guardia dai gravi danni individuali e sociali derivanti dall’uso della cannabis. Fin dalla prefazione si rivela però un vero e proprio catalogo di fake news che alimenta pregiudizi e disinformazione: dalla classica leggenda metropolitana che “la cannabis crea buchi al cervello” fino alla pura negazione della scienza “non esiste cannabis medica”. Un’imbarazzante propaganda ideologica realizzata dalla più alta carica di Stato, il presidente sovranista Bolsonaro, che attraverso un opuscoletto giustifica la sua dispendiosa guerra alla droga.

Il documento è stato reso pubblico pochi giorni dopo aver votato contro la declassificazione della cannabis nella Commissione delle Nazioni Unite sugli stupefacenti lo scorso dicembre. Durante le dichiarazioni di voto, la delegazione brasiliana aveva avvertito che qualsiasi flessibilità avrebbe contribuito a ridurre la percezione della popolazione del rischio del grave danno che la cannabis provoca ai suoi consumatori, alle loro famiglie e all’intero gruppo sociale. Una posizione contraria che è stata ripresa e giustificata nell’opuscoletto ritenendo che “l’uso terapeutico della cannabis è diventato un argomento di discussione in Brasile, sulla base di informazioni scientifiche di bassa qualità e, soprattutto, sugli interessi finanziari di alcuni gruppi che intendono avviare il business della cannabis nel Paese”. Ribadendo la loro opinione, il Brasile ha di fatto disconosciuto gli studi sugli effetti terapeutici della cannabis e le raccomandazioni presentate dall’OMS ma anche la semplice realtà del crescente numero di pazienti che fa uso giornaliero di cannabis medica.

La gravissima preoccupazione deriva dal fatto che queste bufale siano state firmate da esponenti governativi di un rango elevato, come nel caso di Emilly Rayanne, segretario nazionale per i giovani, Ministero delle donne, della famiglia e dei diritti umani. Il segretario ha pubblicamente sostenuto che “le droghe, anche quelle erroneamente considerate lievi, come la cannabis, provocano danni irreversibili alla nostra salute e alla nostra vita”. Quindi, secondo quanto riportato dal segretario, la cannabis verrebbe considerata una sostanza nociva per i propri consumatori. Contrariamente da quanto affermato dagli esponenti del governo brasiliano, ad oggi, seppur riconoscendo gli effetti psicoattivi, non risultano studi scientifici in grado di dimostrare i danni a lungo termine della cannabis. 

In soli trenta pagine, il documento “informativo” è riuscito a includere anche altre false leggende relative all’uso della cannabis, dalla correlazione tra legalizzazione e incremento del numero di incidenti stradali fino all’aumento della criminalità organizzata, della disoccupazione e dell’abbandono scolastico. La più becera delle propagande politiche realizzata sotto il falso nome dell’informazione.

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