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cannabis e controlli stradali

Cannabis e controlli stradali: come vengono fatti nei paesi che hanno legalizzato l’uso ricreativo?

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In un’era di crescente legalizzazione della cannabis, la questione della sicurezza stradale si fa pressante. Questo articolo esplora come i paesi che hanno abbracciato l’uso ricreativo della cannabis affrontano la sfida dei controlli stradali, dal rilevamento tramite test avanzati come il DrugWipe 5 S, fino alle diverse sanzioni applicate ai trasgressori. Scopriremo gli strumenti e le strategie adottati a livello globale per garantire che le strade rimangano sicure in questo nuovo contesto normativo.

Quanti sono i paesi che hanno legalizzato la cannabis?

Ad oggi sono diversi i paesi che hanno legalizzato, oltre l’uso terapeutico, anche l’uso ricreativo della cannabis. L’uso terapeutico è legale in 36 nazioni, a cui si aggiungono 12 paesi che hanno legalizzato solo il CBD, mentre l’uso ricreativo è legale e depenalizzato in 21 nazioni, come: Canada, Uruguay, Messico, Giamaica, Malta e molti degli stati federati statunitensi.

Che strumenti usa la polizia stradale per i controlli?

Esistono molte tipologie di drug test, la differenza principale è il campione che usano. Il campione può essere di sangue, capelli o saliva e, a seconda del test, è possibile rintracciare le sostanze assunte dalle ultime 6 ore agli ultimi 12 mesi. Il drug test che analizza un campione di saliva è il più usato dalla polizia stradale perché è il meno invasivo e il suo funzionamento è simile a quello dell’etilometro.

Quali sono i test antidroga usati per la cannabis?

Le ricerche e le sperimentazioni sui test antidroga sono sempre più avanzate. I test usati dalle forze dell’ordine sono diversi a seconda delle nazioni, ma tra i principali troviamo: il Drug Test 5000 di Draeger, il test Alere DDS2 e il DrugWipe 5 S. Inoltre in California stanno testando il nuovo THCMetro. Solitamente questi test possono rintracciare sette famiglie di droghe: anfetamine, cocaina, metadone, metanfetamine, oppiacei, THC e benzodiazepine.

La polizia come può sapere se il guidatore è sotto effetto di cannabis?

A differenza dell’alcool che viene eliminato entro 24 ore dal consumo, il THC può rimanere rilevabile nel sangue per giorni o addirittura settimane, mentre l’effetto eventuale scompare in poche ore. Questo divario tra test e realtà ha messo in discussione i risultati di studi e dati sugli incidenti stradali.

Quindi il principale problema è che, al contrario dell’effetto (che svanisce dopo qualche ora), la sostanza è rintracciabile per settimane dopo l’ultima assunzione. Allora come può la polizia essere certa che il guidatore fermato e risultato positivo al test sia davvero sotto effetto?

Si cerca di assicurare che la positività del test corrisponda allo stato di alterazione del guidatore fissando la percentuale che viene cercata dal test antidroga tra i 2 e i 5 nanogrammi su millilitro di sangue a seconda della nazione.

DrugWipe 5 s: il test rapido per la cannabis

I test rapidi antidroga DrugWipe sono adottati dalle forze dell’ordine di molti paesi europei come Germania, Belgio, Finlandia, Francia, Svizzera, Repubblica Ceca e Italia.

In Italia al momento viene usato il tampone salivare DrugWipe 5 S, che grazie all’uso di un reagente, è in grado di rilevare la recente assunzione di 5 sostanze stupefacenti, specificando quale tra: cannabis, oppiacei, cocaina e anfetamine/metanfetamine (compresi MDMA ed ecstasy).

Il risultato del test è visibile in 8 minuti ed è positivo se la concentrazione nel sangue di THC è pari a 10 ng/ml o superiore.

Tutti i risultati restano validi e visibili per la valutazione per 10 minuti dopo la fine del test.

Se il campione di saliva prelevato rileva la presenza di una qualsiasi di queste sostanze al di sopra del valore soglia indicato direttamente dall’azienda produttrice del dispositivo, si procede ad acquisire altri due campioni di saliva che vengono sigillati e inviati a Roma al Centro di Ricerche di laboratorio e Tossicologia forense. Questo perché mentre l’accertamento con l’etilometro effettuato dagli agenti della Polizia Stradale è in ogni caso legittimo e ha pieno valore probatorio, il drogometro è un test di primo livello, che deve essere confermato dallo specifico metodo di laboratorio.

Quali sono le sanzioni previste?

Le sanzioni sono diverse da nazione a nazione, ad esempio in Canada i guidatori con livelli superiori a 5 ng/ml di THC possono ricevere una multa di 1.000 dollari alla prima infrazione, una condanna a 30 giorni di reclusione se il reato si ripete, ed almeno 120 giorni di carcere per le violazioni successive.

Cosa cambia con il nuovo codice della strada?

L’introduzione del nuovo Codice della Strada voluto da Matteo Salvini ha eliminato l’alterazione psicofisica alla guida come condizione necessaria per la contestazione dell’art. 187. 

In precedenza, la legge disponeva infatti la necessità di rilevare non solo la positività al drug test, ma anche l’effettivo stato di alterazione al momento del fermo di polizia.

La novità principale della riforma, dunque, consiste nel fatto che l’uso di sostanze illecite, anche se avvenuto a distanza di giorni, potrà comportare il ritiro immediato della patente, con successiva revoca di tre anni. 

In linea col vecchio codice, le sanzioni prevedono inoltre una multa da 1500 a 6000 euro e la reclusione da sei mesi a un anno – pena che può essere scontata anche mediante lo svolgimento di servizi socialmente utili.

Si tratta di una misura chiaramente indirizzata alla criminalizzazione del consumo, sebbene esso non rappresenti un reato, e nonostante gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine per i test salivari non siano tra di loro omologati, generando il rischio di esiti arbitrari.

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