Di Edoardo Bigolin
Nel bel mezzo della più grande congiuntura economica dal dopoguerra, la necessità è quella di ripartire da settori strategici per stimolare la necessaria transizione ecologica, una transizione che deve essere elemento di trasformazione facendosi prima di tutto inclusione. Entro l’ottica del Just Transition Mechanism, serie di strumenti che l’Europa sta mettendo a disposizione a questo scopo, si inserisce l’iniziativa dei Giovani Europeisti Verdi: A green HEMPowerment.
In maniera migliore non si potrebbe definire ciò di cui la canapa ha bisogno: diritti, strumenti, idee e progetti. Una serie di quattro incontri che attraversano tutte le sfaccettature focali del tema cannabis, l’obiettivo quello di affrontare il tema nell’ottica della transizione, della rinascita e dell’inclusione.
Uno scoppiettante scambio di idee e storie da parte di diverse personalità del settore, dagli agricoltori, ai parlamentari, che ha preso il via ieri con “Canapa, storie e prospettive: le radici di un futuro più giusto”, primo webinar a chiarire dove la risorsa canapa ponga le sue basi storiche, culturali e pratiche, ma non solo.
L’Italia, fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale è stata la prima potenza per la qualità della sua canapa, dalle fibre versatili e resistenti. Come ha ricordato l’antropologa, nonché direttrice del Museo Della Canapa in Umbria, Glenda Giampaoli, gli anni della ricostruzione oltre ad aver gettato scure ombre sulla pianta, hanno trasformato anche il tessuto sociale che la circondava, così, con i telai non più utili alla tessitura, si gettavano anche saggezze ed opportunità.
Le stesse opportunità ha saputo coglierle Vicenzo Fornaro, agricoltore di canapa del Tarantino, che dopo aver abbattuto tutti i capi del proprio allevamento a causa della contaminazione da diossina, si è ritrovato a terminare l’attività di famiglia dopo 150 anni. Così, grazie anche all’aiuto di Canapuglia, ha voluto provare a liberare la terra di quei veleni grazie alle qualità fitorisananti della canapa, progetto avviato nel 2015 e che ha riscosso un grande successo. La capacità della canapa di assorbire i metalli pesanti e gli inquinanti dai suoli potrebbe fornire non pochi vantaggi in un Paese come il nostro, che conta una moltitudine di criticità in termini di contaminazione dei terreni.
Queste qualità vorrebbero essere messe alla prova anche da Cristina Guarda, Consigliera Regionale in Veneto, nell’ambito della contaminazione da Pfas della seconda falda acquifera più grande d’Europa, nel cuore del Veneto. Nonostante in Veneto la canapicoltura goda di una posizione di favore rispetto al resto d’Italia grazie alla normazione regionale, si denuncia come gli attuali umori politici siano tornati ad ostacolare i progetti più pionieristici.
Sempre agli ostacoli normativi ha fatto riferimento Beppe Croce, presidente di Federcanapa, l’associazione di categoria nata nel 1932 a voler rappresentare un settore all’epoca in esplosione. Vi è la necessità di una normazione ordinata e contemporanea, a livello nazionale quanto internazionale, perché si massimizzino i fini utili della canapa. Non si può pensare di ritornare a trattare la canapa nella stessa ottica del passato, c’ è bisogno di idee e progetti adatti al momento storico ed ai bisogni odierni, e per farlo al meglio sarebbe necessario liberalizzare totalmente lo scambio della canapa con capacità psicotrope sotto i limiti normativi. Le idee e i progetti non mancano, della canapa non si butta via niente, anzi anche i suoi scarti si inseriscono alla perfezione nell’odierno concetto di economia circolare, e questo lo sa bene il Professor Carlo Santulli dell’Università di Camerino. Le fibre sono solo una piccola parte del tesoro che ci può offrire annualmente la cannabis: se le fibre possono tornare utili per porre un argine all’insostenibilità del settore tessile, il canapulo può risultare in ottimo materiale da costruzione, sostenibile ed efficiente. Ma la canapa è anche biocarburante, truciolato, bioplastica, e si rivela promettente in ogni singolo campo.
A combattere per questo “Hempowerment” a livello europeo c’è anche Anna Ferrari, Eurodeputata per il gruppo dei Verdi. Oltre ad una serie di norme chiare e pragmatiche, vi è bisogno di finanziamenti mirati, ed i finanziamenti che l’Europa metterà sul tavolo sono un’opportunità da non farsi scappare. Ecco che emerge come, sebbene i finanziamenti dei fondi strutturali europei e quelli dei progetti nazionali non manchino, l’assegnazione delle liquidità soffra di non pochi vizi che finiscono in una corsa all’oro piuttosto che premiare i progetti più innovativi. Una proverbiale inefficienza burocratica che necessita di regole chiare una volta per tutte.
Insieme a molti altri, questi sono stati solo alcuni dei temi trattati dagli ospiti del primo webinar di ieri, ad iniziare un network di riflessioni stimolanti e idee condivise, che continuerà ogni sabato per tutto il mese di febbraio con l’obiettivo comune di riportare la canapa a vecchi, nuovi successi: la strada migliore per raggiungere l’HEMPowerment.