Il CBD diventa uno stupefacente: cosa cambierà?

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Di Pierluigi Gagliardi

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha inserito il cannabidiolo(CBD) nella tabella dei medicinali a base di sostanze attive stupefacenti. In particolare, il provvedimento fa riferimento alle “composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis”, interessando principalmente i liquidi come l’olio di cannabidiolo. Una decisione che avrà ulteriori conseguenze su un settore come quello della canapa che è bersagliato da misure sempre più proibizioniste. Infatti, dal prossimo 30 ottobre, quando il decretò entrerà in vigore, i prodotti a base di CBD venduti nei negozi di cannabis light saranno considerati illegali.

La scelta da parte del ministro della Salute contraddice le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che in passato aveva riconosciuto le proprietà rilassanti, antinfiammatorie e antidolorifiche del cannabidiolo, escludendo di fatti l’inserimento del CBD nella tabella delle sostanze stupefacenti. Diversamente dal THC, il cannabidiolo è una molecola della cannabis che non causa dipendenza e non presenta effetti psicoattivi. Anzi, il suo principio attivo è riconosciuto dalla comunità scientifica e utilizzato per il trattamento di diverse patologie.

Le motivazioni che hanno spinto il ministro a reputare il CBD uno stupefacente potrebbero essere ricondotte alla commercializzazione di un nuovo medicinale come emerso dal decreto: “Attualmente è in corso di valutazione presso l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) una richiesta di autorizzazione all’avvio della commercializzazione di un  medicinale, in soluzione orale contenente cannabidiolo, che ha già ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio centralizzata da parte dell’European Medicines Agency (EMA)”. Le conseguenze di questa misura rischiano di far fallire i proprietari dei negozi di cannabis light che ricevano una larga fetta dei loro ricavi dagli oli a base di CBD. Una scelta che in questo modo avvantaggerebbe solamente i colossi farmaceutici. 

I parlamentari del intergruppo per la legalizzazione della cannabis hanno immediatamente condannato il provvedimento, commentandolo come una scelta illogica che merita dei chiarimenti dai ministeri competenti. L’intero governo dovrà fare luce sui moltissimi dubbi che ruotano attorno al decreto che colpirà il mercato della canapa. Perché sono state ignorate le istruzioni dell’Oms? Cosa accadrà alla cannabis light? Saranno considerate illegali le infiorescenze che, anche se non estratte, contengono lo stesso principio attivo del CBD? Delle domande che rischiano di far perdere migliaia di posti di lavoro.

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