Messico e nuvole di Cannabis: passata al Senato la legge sulla Legalizzazione

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di Federica Valcauda

“Il Giovedì del Messico” vede il Senato approvare la legge sulla legalizzazione della Marijuana, per l’entrata effettiva in vigore bisognerà attendere il passaggio alla Camera dei Deputati.

La storia del Messico con la Marijuana è lunga e ricca di variabili, si passa da un uso naturale nell’Ottocento al proibizionismo, che dagli anni ’20 del novecento non si è più fermato ed ha assunto forme a volte pericolose per i cittadini messicani stessi.

Oggi possiamo dire che il Messico sta finalmente cambiando la sua storia, fatta di lotta alla droga, corruzione e desaparecidos, all’interno di un contesto socio-economico che non permette, purtroppo neanche oggi, il pieno sviluppo dell’individuo.

La legalizzazione della Marijuana però, se attuata con il giusto modello, potrà permettere ai Messicani di vedere aprirsi delle possibilità di emancipazione economica, raggiungendo il diritto fondamentale all’autodeterminazione: fino ad ora entrambe queste componenti sono state appannaggio dei Cartelli della droga.

Chi pensa che questa conquista sia recente dovrà ricredersi, perché arriva da lontano: nel 2009 fu inizialmente depenalizzato il possesso per chi aveva piccole quantità; nel 2017 è stato depenalizzato l’uso medico di prodotti a base di Cannabis che non superava l’1% di THC; nel 2018 la Corte Suprema ha dato l’indirizzo definitivo al Messico e alla sua storia, dichiarando che la proibizione della Marijuana è a tutti gli effetti incostituzionale.

Oggi il Messico non può più farsi attendere, la Corte Suprema ha dato scadenza al 15 Dicembre 2020 per il passaggio definitivo della legge che ad oggi ha bisogno del solo passaggio alla Camera dei Deputati. Potrebbero esserci alcune modifiche al testo prima dell’approvazione definita, ma oggi, nonostante alcune critiche che sono servite però a modificare il testo, il disegno di legge prevede: coltivazione per uso personale limitata a sei piante, fino a ieri erano quattro; si possono possedere al massimo 28 grammi di sostanza, mentre detenere dai 28 ai 200 grammi farà scattare una sanzione, per cui la galera non è prevista. Viene aperta inoltre la possibilità di costituzione di Associazioni dedicate, che abbiano un minimo di due soci e massimo 20. Il punto giudiziario viaggia sulla scia delle decisioni di altri paesi: una volta passata la legge, entro sei mesi, le autorità competenti dovranno eliminare i precedenti penali di questa fattispecie in conformità con la nuova Legge.

Il punto di critica sollevato da molti attivisti riguarda la mancanza di attenzione per “l’equità sociale del settore”, in quanto il meccanismo delle licenze risulta complesso per i piccoli agricoltori (che sono la maggioranza in Messico) e apre la strada alle multinazionali della Marijuana. Questo porterebbe gli agricoltori ad essere dei produttori per le multinazionali, e non sarebbe insensato pensare che in questo modo si continui anche con un mercato illegale.

Manca quindi poco al Messico per fare un salto che potrebbe ripulire almeno temporaneamente quella nomea di “Narco-Stato”, anche se sappiamo dagli studi geopolitici e sociologici che il reale problema del Messico, da molti anni, riguarda altre sostanze e in misura decisamente inferiore la Marijuana.

Aldilà di queste questioni che meritano un approfondimento a parte, mi soffermerei sul primo paragrafo del primo articolo della legge, in cui si dice: “la regolazione dell’uso adulto di Cannabis riguarda la salute pubblica, i diritti umani e lo sviluppo sostenibile, nell’ottica di migliorare le condizioni di vita degli abitanti Messicani, prevenire e combattere il consumo problematico di cannabis psicoattiva e contribuire alla riduzione dell’incidenza delittuosa vincolata all’azione del narcotraffico, avallando la pace, la sicurezza e il benessere individuale delle comunità”.

La pace, la sicurezza e il benessere si possono trovare legalizzando la Cannabis,

anche il Messico l’ha capito, e noi?

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