Cannabis Carcere

Non vogliamo un Paese che incarcera per una pianta

Cosa trovi in questo articolo

di Federica Valcauda

Ci stiamo avvicinando alla manifestazione del 25 Giugno davanti a piazza Montecitorio con la consapevolezza di quali siano i numerosi problemi creati dalla repressione, dalla mancanza di una corretta informazione sulle sostanze e quindi più in generale del proibizionismo.

Ricordo di un articolo che lessi un paio di mesi il quale riportava i dati del rapporto annuale del Consiglio Europeo sulle statistiche giudiziarie, diceva:

“L’Italia ha in carcere più pusher di tutta Europa, mentre i reati dei “colletti bianchi” sono minimamente sanzionati, ne abbiamo un ventesimo rispetto alla Germania”.

Ho iniziato a pormi alcune domande: se è vero che la Cannabis non viene legalizzata per la “tutela alla salute”, non si deroga a questo principio anche violando le regole della buona economia, con la conseguenza per lo Stato di avere meno introiti da investire anche nel settore medico?

La “crisi di astinenza” da lavoro, dovuta ad un sistema economico fragile, non è causata anche da chi viola le norme che regolano l’economia?

I dati del rapporto del Consiglio di Stato Europeo ponevano per l’anno 2016 allo 0,9% la popolazione detenuta in Italia per reati da “colletti bianchi”, mentre il Germania erano all’11,7% del totale.

Non auspico di certo un aumento delle carcerazioni, anzi, ritengo il sistema carcerario strutturato com’è oggi totalmente inutile al recupero, se non addirittura deleterio.

Ma questi dati ci aiutano a capire, seppur evidentemente nelle diversità legislative, come il nostro paese sia soggetto a quelle sottili ipocrisie imposte dalla struttura sociale: la tutela alla salute solo se vediamo uno sbuffo di fumo.

Il XVI Rapporto di Antigone

Il XVI rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione delle nostre carceri fa luce su alcuni dati da tenere in considerazione: in Italia sono il 32% i detenuti per violazione della normativa sulle droghe, contro una media europea del 18%.

Allo stesso tempo molti detenuti soffrono di dipendenze (quelli che la dichiarano): la media dei tossicodipendenti arriva a sfiorare il 30% annuo.

Risultano poi essere il 35% i detenuti per violazione del D.P.R. 309/90, la sostanza maggiormente perseguita?

La Cannabis, una pianta.

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