Alfredo Mantovano

Un magistrato anti-droga a capo dell’Antidroga: ritratto di Alfredo Mantovano

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Il 24 Novembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che affida la delega al Dipartimento per le Politiche Antidroga ad Alfredo Mantovano. 

Vicepresidente del Centro Studi Livatino, membro di Alleanza Cattolica dal 1976, Mantovano entra in Parlamento come deputato nel 1996. Iscrittosi ad Alleanza Nazionale l’anno seguente, nel 2006 viene eletto al Senato, svolgendo in seguito il ruolo di Sottosegretario al Ministero dell’Interno durante il quarto governo Berlusconi.  

Rientrato in Magistratura, fra 2018 e 2022 è stato consigliere alla Corte di Cassazione, esprimendo in diverse occasioni posizioni conservatrici in merito ai diritti civili. 

«Il costo umano della 194 corrisponde a non meno di sei milioni di esseri umani soppressi “legalmente” prima di nascere negli ultimi quarant’anni. Il contributo più pesante al depauperamento demografico dell’Italia è venuto proprio dalla legislazione abortista», così si espresse, ad esempio, in merito all’interruzione volontaria di gravidanza. Il fine vita, definito da Mantovano “selezione artificiale dei più adatti al progresso della società”. Così come lo ius soli, riguardo il quale il magistrato si domandava “Se la cittadinanza è così importante per il minore, perché poi costui ha facoltà di rinunciarvi?”

Lo scorso anno, infine, La Feltrinelli rifiutò la distribuzione del suo libro Legge omofobia, perché non va. La proposta Zan esaminata articolo per articolo.
Nei mesi contraddistinti dalla campagna per il Referendum Cannabis, Mantovano ha costituito il Comitato per il No al Referendum, definito una frode da etichetta.

A Luglio 2022 ha infine pubblicato Droga: le ragioni del No, un’antologia di contributi di impostazione proibizionista da parte di personalità appartenenti alla sfera del mondo cattolico. 

“Per chi intende riscrivere la legislazione sulla droga avvicinandola alle esperienze devastanti del Colorado o dell’Olanda, libertà ha la declinazione post-sessantottina di fare quello che si vuole, incluso darsi la morte”.

Contrario all’utilizzo di droghe, quindi? 

Be’, non del tutto. 

“L’uso equilibrato di alcool, soprattutto se a bassa gradazione e in assenza di controindicazioni correlate alle condizioni di salute di chi lo assume, non fa male; un buon bicchiere di vino rosso è anzi consigliato durante il pasto”, ebbe a dire durante un’intervista del 2015, mistificando inoltre le evidenze scientifiche.

A Mantovano sono state inoltre conferite le deleghe riguardo cybersicurezza e servizi segreti, incarichi che, con tutta probabilità, porteranno le politiche antidroga sotto la supervisione di qualche stretto collaboratore dell’attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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