Discutere la legalizzazione della coltivazione domestica. Lo chiedono i cittadini!

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Di Mario Perantoni

Pur non potendo essere presente quest’oggi (25 Marzo, ndr), ci tenevo a far pervenire anche il mio ringraziamento ai promotori della campagna e alle numerose associazioni che vi hanno aderito, per l’importante lavoro di sensibilizzazione svolto nel portare seriamente avanti le istanze di centinaia di migliaia di cittadini.

E’ passato più di un anno dalla sentenza delle Sezioni Unite che ha ritenuto “non riconducibili all’ambito di applicazione della norma penale le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica che … (per una serie di elementi) appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore”.

Non si può continuare a restare sordi e ingabbiati in retaggi culturali lontani dalla realtà. Come loro rappresentanti, abbiamo il dovere di dare una risposta alle richieste troppo a lungo inascoltate dei cittadini, superando pregiudizi e dogmatismi di sorta.

Abbiamo l’occasione per aprire a una legislazione più avanzata e moderna, in linea con il contesto internazionale.

La maggior parte degli esperti già ascoltati in sede di audizione in Commissione ha evidenziato l’impatto positivo in termini di lotta alla criminalità e di minore pressione sul sistema della giustizia che deriverebbe dalla decriminalizzazione della coltivazione domestica e dall’introduzione di reati di lieve entità. Ricordo che lo stesso Procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho, si è espresso più volte a favore della proposta di decriminalizzare la coltivazione domestica di cannabis, riconoscendo che la coltivazione ad uso personale toglierebbe sicuramente una rilevante fetta di mercato alle mafie.

Non meno importante, il fatto che la depenalizzazione offrirebbe anche la possibilità di potersi curare anche a chi non riesce ad accedere agevolmente ed adeguatamente alla cannabis terapeutica.

Mi riprometto, quindi, di poter ridare impulso ai lavori in commissione quanto prima, su questo e su altri temi tanto delicati quanto importanti e non più rinviabili, come il suicidio assistito.

Sono temi che vanno affrontati con serietà: ce lo chiedono, in primis, tanti cittadini e abbiamo il dovere di dare una risposta altrettanto seria.

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